il silenzio del mare (1947)

L'esordio di Melville è una pellicola che non tradisce la sua origine letteraria, anzi doverosamente la sposa, vista l'indispensabilità della voce fuori campo che mostra l'evolversi del rapporto fra l'invasore domestico (e di una nazione) e la resistenza passiva ma orgogliosa degli forzati locatari (la Francia). Il rapporto che si instaura è particolarissimo che Melville tratta con estrema sensibilità. Sotto la divisa di ufficiale dell'esercito tedesco pulsa un cuore romantico, innamorato della cultura francese e mosso da un'ideale diverso dal fanatismo nazista: un matrimonio fra due culture diverse che verrà disilluso dalla volontà dei suoi superiori di annichilire e distruggere la cultura del paese sottomesso.
Tutto il film o quasi si sviluppa in una singola stanza in cui l'ufficiale tedesco cerca un contatto di qualsiasi tipo con i suoi coinquilini, senza mai forzarli o imporsi, i quali pur nel loro mutismo accettano la sua presenza, riuscendo a scorgere l'animo umano sotto la divisa di ufficiale.
Bellissima la sequenza del suo arrivo alla casa, una tensione che si taglia a fette, un gioco di sguardi che sono l'essenza di un film non facile, ma che una volta entrati nel suo meccanismo, regala dei momenti di grande intensità emotiva. Un'opera prima con i fiocchi, non c'è che dire.